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I Fiori dell’Iglesiente

Ci sono fiori, arbusti, piante che sono tipiche della Sardegna e del Mediterraneo. Qui alcune delle specie più diffuse nel nostro territorio, dei veri must have della macchia mediterranea sarda e iglesiente.

CISTO MARINO (Cistus monspeliensis)

Cisto marino
Cisto Marino nel fluminese

In sardo si chiama Mudegu (o Murdegu) ed è diffuso in tutte le aree costiere della Sardegna e in zone montuose interne. E’ un arbusto sempreverde, fiorisce in primavera e d’estate assume invece un aspetto secco e scuro. Di solito la sua presenza è indice di degradazione della vegetazione mediterranea poiché necessita di pochissima acqua, per cui riesce a crescere in territori proibitivi per tante altre specie. Tuttavia va detto che rappresenta uno degli ultimi baluardi prima della desertificazione, prevenendo l’erosione dei suoli declivi percorsi da incendi. Infatti ricopre facilmente le aree percorse da incendi in quanto i semi hanno la capacità di resistere alle alte temperature, permettendo alla specie una rapida colonizzazione dell’area.
Curiosità: Dal Cistus monspeliensis si estrae una resina chiamata ladano che è molto importante in profumeria dove è usata soprattutto come fissativo, dolcificante e ingrediente di miscele. In aromaterapia e in medicina popolare è molto conosciuta per le sue proprietà fungicide e antibatteriche.
L’uso domestico invece è limitato a legna da ardere, utile soprattutto per avviare l’accensione.

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Cisto rosso

Come altre piante fortemente aromatiche, il Cistus monspeliensis è rifiutato dagli animali. Il cisto marino ha i fiori bianchi, ma c’è anche il cisto con i fiori rosa (cisto rosso o villoso) o il cisto femmina.
La schiuma o bavetta che in alcuni periodi dell’anno imbratta le foglie di cisto è prodotto da un insetto, Aphrophoridae,  detto volgarmente sputacchina.

ASFODELO (Asphodelus)

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Asfodelo in fiore a Domusnovas (Sa domu e s’orcu)

L’Asfodelo è molto diffuso in tutta la Sardegna, quasi un simbolo dell’aridità che contrassegna molti dei nostri paesaggi.
Gli asfodeli amano, infatti, i prati soleggiati e sono invadenti nei terreni montuosi con rocce affioranti e nei terreni soggetti a pascolo eccessivo, perché le loro foglie al contrario di altre piante erbacee si rigenerano in continuazione anche se vengono mangiate dagli erbivori. Le capre se ne cibano sia quando le foglie sono fresche che quando sono secche a fine ciclo vegetativo, inoltre le capre sono ghiotte dei frutti secchi della pianta che viene riespulso ancora attivo dalle deiezioni e questo costituisce il motivo principale di propagazione fitta delle piante nelle aree dove è praticato il pascolo.

Curiosità: Dalla pianta di asfodelo si ricava un ottimo miele; dal gambo si producono i nastri per l’intreccio dei cestini. In Sardegna il suo fiore viene spesso riportato come disegno nella tessitura, nella ceramica, nell’intarsio.

EUFORBIA (Euphorbia dendroides)

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Euforbia arborea

E’ la vera regina delle nostre coste e colline. L’euforbia cresce nella maggior parte dei paesaggi marini sardi e ha la caratteristiche di modificare le tinte dominanti cambiando appunto colore durante l’estate. Mentre per tutto l’anno è di colore verde e a primavera fiorisce con fiori di un intenso giallo verde, d’estate perde le foglie e si tinge di un rosso corallino, dando vita ad un paesaggio puttosto surreale.

Cespugli di Euforbia
Cespugli di Euforbia

Forse non tutti sanno che il suo fiore è ermafrodita, per cui contiene fiori femminili e maschile nella stessa pianta.
Curiosità: l’euforbia è tossica e se si recidono i suoi rami fuoriesce un   latte urticante. In sardo è chiamata “Allua”, o “Lua” che genera allucinazioni e stordisce. In passato veniva infatti usata per stordire i pesci, pratica attualmente illegale.